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Oli Vegetali e Grassi Animali: Guida Impianti a BioCarburanti BioWATT

Oli Vegetali e Grassi Animali: Guida Impianti a BioCarburanti BioWATT

BioWATT ha avviato la propria attività nel 2007 grazie agli impianti ad olio vegetale.
Successivamente si sono fatte realizzazioni con altri carburanti, arrivando anche ai grassi animali e all’olio di tabacco.

Le applicazioni ad olio vegetale e grasso animale, seppur simili concettualmente, richiedono un diverso approccio impiantistico a causa delle diverse proprietà chimico fisiche del carburante:

gli oli vegetali (es. colza, girasole, soia, palma, ecc) si presentano solitamente liquidi a temperatura ambiente e, opportunamente trattati, possono essere immessi nell’alimentazione del motore endotermico diesel in un range di temperatura tra i 60 e i 70 °C; solitamente motori a 1500 rpm si rivelano idonei all’impiego degli oli vegetali, salvo alcuni accorgimenti da prendere al fine di preservare il sistema di alimentazione e di iniezione;

i grassi animali invece presentano qualche problematica in più, sia dal punto di vista normativo che tecnico; dal punto di vista tecnico richiedono temperatura di ingresso al motore più elevate (solitamente superiori ai 90 °C) a causa del maggior contenuto di acidi grassi saturi; la maggior temperatura di ingresso al motore endotermico richiede quindi l’impiego di motori a 1000 o 750 rpm, che permettono di ricevere combustibili a temperature superiori a 130-140 °C (HFO); inoltre i grassi animali possono presentare (in particolare se derivanti dall’industria del rendering) un effetto abrasivo se non trattati opportunamente a causa dell’elevato contenuto in ceneri.

Gli impianti installati e alimentati ad olio vegetale ed entrati in esercizio entro il  31-12-2012 hanno potuto accedere alla tariffa omnicomprensiva più elevata (0,28 €/MWh) solo se vengono rispettati i requisiti di sostenibilità e di tracciabilità; in presenza del solo certificato di tracciabilità (per un elenco cliccare QUI o QUI ) si può accedere alla tariffa omnicomprensiva inferiore (0,18 €/MWh).

Con il DM del_6_luglio_2012 riguardante le rinnovabili non fotovoltaiche, lo scenario incentivante è cambiato, penalizzando pesantemente gli impianti ad olio vegetale; sorte apparentemente diversa è toccata ai grassi animali e agli oli di ristorazione, i quali sono ricompresi nella categoria “biomassa” nel DM 6 luglio 2012 ma poi, nella Circolare applicativa di incentivazione del GSE si recita (pag. 24):

green_biowatt_pdf

“Si precisa che le disposizioni di cui all’articolo 25, comma 5 del D.Lgs. 28/2011, relative agli scarti di macellazione e ai sottoprodotti delle attività agricole, si riferiscono al riconoscimento della tariffa onnicomprensiva di cui alla riga 6 della Tabella 3 allegata alla Legge 24 dicembre 2007, n. 244 e pertanto sono da ritenersi applicabili ai soli impianti aventi diritto a tale tipologia di incentivo, vale a dire agli impianti entrati in esercizio entro il 31 gennaio 2012 oppure che accedono al regime transitorio alle condizioni previste dall’articolo 30 del Decreto.
Per tale ragione, ai fini dell’accesso agli incentivi di cui al Decreto, gli scarti di macellazione e i sottoprodotti delle attività agricole che subiscono un trattamento di liquefazione o di estrazione meccanica sono da considerarsi combustibili liquidi ottenuti dalla biomassa e, dunque, gli impianti che ne prevedono l’utilizzo in alimentazione devono rispettare le prescrizioni del Decreto.”

Di fatto anche ai grassi animali e all’olio proveniente da residui di ristorazione il GSE riconosce la tariffa dei bioliquidi.
Quanto sopra riportato riguarda il mercato italiano. All’estero invece sono presenti situazioni in cui è economicamente conveniente utilizzare gli oli vegetali per la produzione elettrica, in relazione a diversi fattori:

  1. costo del biocarburante
  2. tariffa elettrica particolarmente elevata, anche in assenza di incentivo, a causa degli elevati costi di infrastruttura

Le centrali ad olio vegetale prodotte da BioWATT sono realizzate sulla base dei seguenti principi tecnici:

  • il carburante deve essere riscaldato al fine di ridurre la viscosità del carburante, sia con la centrale in funzione e non. Per questo motivo i serbatoi di stoccaggio dell’olio vegetale sono riscaldabili come anche il sistema di trattamento termico e filtrante dell’olio;
  • il carburante deve subire un processo ridondante di pulizia in quanto l’olio vegetale è un prodotto “vivo” e quindi altamente instabile, specie se mantenuto caldo o in seguito a variazioni repentine di temperatura. Per ovviare a mal funzionamenti, BioWATT realizza impianti con sistemi successivi di filtrazione che vanno oltre la media di quelli effettuati per gli impianti a fini industriali (solitamente con maglie di 10 micron relativi);
  • il cogeneratore è alimentato ad olio vegetale solo quando le sue condizioni fisiche e chimiche hanno raggiunto le caratteristiche adeguate; la produzione elettrica ottenuta può essere ceduta in rete o auto-consumata, mentre la produzione termica può essere impiegata in loco sottoforma di acqua calda, olio diatermico, acqua surriscaldata o vapore;
  • in base sia ai regolamenti locali vigenti che alle dimensioni dell’impianto, può essere necessario installare sistemi di trattamento delle emissioni per l’abbattimento dei livelli di ossidi di azoto (NOx), monossido di carbonio (CO) e particolato (PM).
  • La possibilità di realizzare impianti in cogenerazione nei quali viene impiegato anche il calore permette di conseguire sia un risparmio di energia primaria che una riduzione dei costi energetici.

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